No vax nelle compagnie teatrali? No grazie. Ovvero proposte per una ripartenza sicura del teatro

No vax nelle compagnie teatrali? No grazie. Ovvero proposte per una ripartenza sicura del teatro

In questo post, vorremmo provare a sognare/guardare un po’ più avanti ovvero al periodo in cui, ad immunità di gregge acquisita, ci saranno effettivamente le condizioni per poter provare a riaprire i teatri in sicurezza.

‘Sicurezza’ riferita in questo caso a chi, come noi, il teatro “lo fa”.

Infatti c’è una bella differenza ad esempio fra il cinema, dove la sicurezza è quasi riferibile esclusivamente al pubblico, e il teatro, in cui, quando si parla di sicurezza ci si dovrebbe riferire anche e soprattutto a chi va sul palco – al netto di un numero sicuramente non trascurabile di prove con tutto ciò che questo significa e comporta.

Un esempio?

A teatri orfani di pubblico da circa 1 anno, è del 4 marzo 2021 la notizia dei 50 positivi al teatro alla Scala come potete verificare cliccando qui.

Il problema “No vax” nelle compagnie teatrali

Da settembre 2020 stiamo lavorando esclusivamente da remoto, ad un nuovo spettacolo e dopo qualche mese dall’inizio delle prove, abbiamo purtroppo dovuto fare i conti con il fenomeno “No vax” nel nostro gruppo.

Fenomeno che a malincuore abbiamo dovuto e voluto eradicare fin da subito, sostituendo gli amici “dubbiosi” con altri compagni di viaggio, ciò per evitare di vanificare, per quanto possibile, tutto il lavoro che stiamo portando avanti da un po’.

Per chi pratica teatro infatti, sia le innumerevoli prove oltre che la performance sul palcoscenico, sono attività rischiosissime in rapporto al contagio, per attori e performer, costantemente e sistematicamente esposti ai reciproci e ormai famigerati droplets in cui possono celarsi, fra l’altro, le particelle di Covid 19.

 

Le risate, i pianti, le urla e chi più ne ha più ne metta nel fantastico mondo della prosa e non solo, sono infatti un fattore incredibile di rischio in fatto di contagio del virus aereo qual è quello del Sars Cov 2.

Per questo non ce la siamo sentita di mantenere a bordo del progetto del nuovo spettacolo, chi pensa di fare scelte “diverse” in ragione delle prossime vaccinazioni.

La nostra scelta di “escludere dal palco” fin da ora i ‘no vax’ del gruppo c’è stata dettata quindi esclusivamente dal buon senso, in totale assenza di norme e quel che è peggio di visione.

Però qualche cosa sembra muoversi in generale eh, segno che la nostra presa di posizione non può che essere corretta e condivisibile.

Ad esempio si sta lavorando sul Green Pass Europeo, anche se pensato per i viaggi e il turismo e il Pass Verde di Israele  farà già entrare a teatro e oltre solo esclusivamente i vaccinati…mica scemi eh?

E’ giusto sottolineare tuttavia che, teatro a parte, siamo tutti di fronte ad una “sottile linea rossa” che delimita la libertà individuale dalla salute collettiva o del gruppo.

In questo articolo, si capisce bene che di fatto il vaccino sarà, presto o tardi, imposto a tutti anche in ragione delle responsabilità dei titolari d’azienda…o di legali rappresentanti di associazioni/compagnie per estendere un po’ il concetto.

Per cui…

Cosa proponiamo di fare sin da subito?

  1. Crediamo sia necessario tener conto della questione dei ‘no vax’ nelle compagnie teatrali, cercando fin da subito una regolamentazione o delle linee guida da parte varie organizzazioni nazionali di teatro amatoriale e non solo, con l’obiettivo di arginare o contenere il fenomeno a tutela dei più
  2. Sarebbe utile lavorare subito sull’aggiornamento delle polizze assicurative proposte dalle stesse organizzazioni di teatro amatoriale quali Fita Uilt e Federgat  che, al momento, non prevedono alcuna copertura in relazione al Covid 19
  3. Chiediamo che, prima possibile, ci si interessi e si discuta sulle possibili conseguenze che potranno nascere fra chi potrà contrarre il virus in compagnia e le possibili conseguenze per i legali rappresentanti e le stesse associazioni
  4. Che si sensibilizzino i “teatranti” sulla fondamentale importanza della vaccinazione in relazione alla specificità dell’attività, anche in virtù dell’ età media di chi la pratica
  5. Che si pretenda che le maestranze che abbracciano il teatro, quali tecnici, maschere, costumisti, fotografi e operatori di ogni genere e tipo siano vaccinati, pena l’esclusione da collaborazioni e possibilità di operare con le compagnie di teatro amatoriali.

Speriamo che ci si attivi presto e per tempo onde evitare, come è tipica abitudine italiana, di farci travolgere dal problema invece che anticiparlo, come sarebbe corretto e auspicabile.

Da parte nostra, come detto, si proverà e si reciterà se e solo se si dimostrerà di essere vaccinati, lo dobbiamo a noi stessi, al nostro pubblico e a tutta la collettività.

E nella vostra compagnia come stanno le cose?

Non vedete l’ora di tornare a recitare e di farlo in totale tranquillità?

Non ce lo meritiamo?

Per i commenti e i suggerimenti vi rimandiamo ai nostri canali social.

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