Per il Claet è la prima esibizione assoluta nella splendida cittadina di Loro Piceno.
Con il nostro “Xanax” ci piacerebbe cominciare a “dialogare” con il pubblico locale per cui non abbiamo mai rappresentato e di cui non conosciamo né il gusto né l’inclinazione.
Per coglierne le sensazioni (quelle più radicate, sentite e soprattutto sincere), anche a distanza di tempo, abbiamo pensato alla nostra consueta modalità di raccolta proprio attraverso il nostro blog, in cui invitiamo tutti i partecipanti di Loro Piceno, intervenuti alla nostra rappresentazione, ad esprimere un giudizio, un commento o una critica su quanto visto.
Che ne pensate dello spettacolo Xanax di Angelo Longoni portato in scena dal gruppo teatrale Claet?
Scrivete qui il vostro commento, siamo davvero curiosi di sapere la vostra!
matteo simoni
Mi chiamo Matteo, sono di Loro Piceno e ieri sera ho avuto la fortuna di assistere al vostro spettacolo. Da attore amatoriale quale sono da circa 12 anni e da amante della cultura e dell’arte, mi sono rammaricato del fatto che gli spettatori fossero davvero pochi, ma purtroppo il contesto di una piccola realtà di provincia preferisce il calcio al teatro, non voglio innescare sterili polemiche ma dispiace vedere come anche il teatro di qualità che avete messo in scena sia stato snobbato dalla cittadinanza.
Mi vorrei concentrare piuttosto sul mio personale giudizio in relazione all’opera che avete messo in scena: ho apprezzato decisamente il ritmo del testo che tiene lo spettatore incollato all’azione scenica per tutta la durata dello spettacolo, a tal proposito elogio gli attori che con enorme professionalità hanno contribuito a questo risultato. Interessante inoltre e sicuramente non trascurabile la critica, insita nel testo, a quel modo di affrontare i problemi molto in voga nel nostro tempo, l’apparenza, l’individualismo ed il ricorso alla manipolazione delle emozioni attraverso gli psicofarmaci. Il testo fa scaturire la riflessione sui reali bisogni dell’uomo e sgancia questi bisogni dal contesto sociale rendendoli universali. Mi riferisco al bisogno di cibo, al bisogno di confronto e all’istinto primario della tenerezza e dell’amore. Il complesso dell’opera fornisce allo spettatore un prodotto di qualità (la scelta delle musiche di yann tiersen è decisamente azzeccata) e offre spunti di riflessione molto concreti da trasporre nella vita di tutti i giorni. Complimenti ragazzi spero di rivedervi presto in scena. Imboccallupo per la vostra attività. Con stima e riconoscenza
Matteo Simoni