“Oh Dio Mio!” Visto e commentato da Giovanni Filosa per il Corriere Adriatico.

“Oh Dio Mio!” Visto e commentato da Giovanni Filosa per il Corriere Adriatico.

Diego Ciarloni, attore e regista, ci ha chiesto, alla fine della recita, di scrivere le nostre impressioni sul lavoro appena visto e messo in scena dalla sua compagnia.

Bene. Sicuri e tranquilli, non siamo usciti depressi dal Teatro Valle di Chiaravalle, dopo aver assistito a “Oh Dio mio!”, di Anat Gov, che ha visto in scena il Teatro Claet, con, Noemi Boncompagni , Diego Ciarloni, Simona Paolella, Ilaria Verdini (in rigoroso ordine alfabetico, senza le congiunzioni “e” in mezzo…) sulla scena.

Il lavoro della compiantissima scrittrice Anat Gov, scomparsa pochissimi anni fa ancora giovane e con tante cose da dire, è a tratti debordante.

Ma non per il fragore delle risate, che pur ci sono, quanto – e soprattutto – per l’argomento trattato, argomento che dà la stura a riflessioni cariche di ironia ed immerse in una surrealtà coinvolgente.

Pensate a cosa ha escogitato la Gov che, ricordiamolo per chi si è messo in ascolto solo ora, era israeliana ed una delle drammaturghe più amate.

Una, in sostanza, che non ha messo mai in seconda fila lo humor yiddish, così lo chiamano, tanto caro, per esempio, a Woody Allen.

Si è escogitata un Dio depresso, che ha bisogno di una seduta psicoanalitica che possa aiutarlo.

La psicologa Ella, madre di una bimba autistica, ovviamente subito incredula, lo aiuterà ma col risultato che, tutti capiranno, non possiamo raccontare, per non perdere il gusto di scoprirlo andando a rivederlo a Teatro, speriamo molto presto.

Un testo di rara intelligenza, affrontato con arguzia e, soprattutto, con la forza della farsa (scusate la cacofonia), ci pensate ad un dialogo, che spesso si ribalta nel gioco delle parti, fra Dio e Voi?

La chiusura, con l’esecuzione di “Alleluja” di Leonard Cohen, musica e parole cariche di riferimenti alla bibbia, è una chicca in più.

In buona compagnia, con un’ottima compagnia in scena, il teatro è sempre un piacere.

Giovanni Filosa.

 

Ecco l’articolo.