La grande bellezza, ovvero un personale bilancio del festival Ankon d’oro.

La grande bellezza, ovvero un personale bilancio del festival Ankon d’oro.

La I edizione del festival di teatro Ankon d’oro premio Carlo Urbani s’è conclusa ed è tempo di bilanci.

Come ogni sfida che si rispetti credo sia doveroso cercare di dare un giudizio su quanto fatto.

Ciò al fine di valutare se gli obiettivi individuati tre anni fa e più, con l’idea di questa manifestazione, siano stati raggiunti e in che modo.

Proverò qui di seguito ad elencare ciò a cui abbiamo mirato e vi prego di confutare quel che non vi torna nei commenti qui di seguito al post.

NoiIla

  1. Avevamo un sogno, quello di realizzare un festival di teatro in lingua di ottimo livello nella nostra città. Crediamo di esserci riusciti grazie alla passione e alla professionalità di 5  straordinarie compagnie.
  2. Volevamo attivare, un piccolo volano che proponesse al pubblico di Ancona e dintorni del buon teatro ad un prezzo popolare, per offrire un prodotto culturale ad un bacino più ampio e variegato di pubblico. La risposta non è stata completamente all’altezza delle aspettative, sfavoriti anche dalle avverse condizioni meteo. Tuttavia considerando tutte le difficoltà e tutte le incognite della “prima”, in una città notoriamente “difficile” come Ancona, non possiamo che considerarci soddisfatti.
  3. Pensavamo di promuovere, nel nostro piccolo, la città di Ancona. Missione compiuta. Chi ha partecipato al bando e c’ha seguito sui nostri canali ne ha sentito parlare; chi è venuto a recitare ha avuto occasione di “assaggiarne”  lo splendore; chi ha partecipato alla serata di premiazione ha preso parte ad una visita dedicata e ne ha apprezzato direttamente la bellezza.
  4. Desideravamo dare nuova spinta e risalto alla figura di Carlo Urbani. “Oggi” un gruppo non trascurabile di persone rispetto a “ieri” conosce un po’ di più da vicino la figura del medico della Sars e parte di questo ha sentito l’esigenza di volerne approfondire la testimonianza attraverso l’acquisto di contributi a lui dedicati.
  5. Sentivamo la necessità di dare un piccolo contributo alle attività ricettive e commerciali del territorio che hanno risposto in maniera commovente alla nostra richiesta di collaborazione. Ogni sponsor e non solo c’ha messo la faccia il proprio lavoro e l’ha fatto con passione, partecipazione e spirito di investimento con reciproca e sincera soddisfazione per sé e per la città.
  6. Puntavamo a creare e a cementare legami fra le persone. Con tutti i partecipanti delle compagnie s’è stabilito un legame particolare che crediamo sia qualche cosa di davvero profondo e reciproco. E fra di noi: staff organizzativo, giuria, circolo Germontari etc si sono creati dei collegamenti importanti, senza contare che anche col pubblico è sbocciata una vera e propria affezionata comunità di sostenitori (anche materiali) del festival!
  7. Cercavamo il sostegno degli enti locali (Comune di Ancona e Regione Marche) e della federazione italiana teatro amatori per dare forza e corpo alla nostra scommessa. In modi diversi hanno tutti risposto presente (anche fisicamente) seppur in maniera diversa e con sostegni di vario tipo, senza i quali nulla sarebbe stato possibile. Considerando il periodo e le difficoltà del momento sfido chiunque a lamentarsi.
  8. Dopo tutto quanto indicato e date le finalità del progetto e relativi risultati, speravamo nell’aiuto della stampa locale,  alla quale, dopo due conferenze stampa andate quasi deserte sia in comune che in regione, abbiamo recapitato direttamente e quotidianamente con una precisione svizzera tutte le info relative alla nostra iniziativa. Peccato che il risultato sia stato quanto meno risibile e che la cittadinanza sia stata a nostro modo penalizzata da quest’ultima nel non essere stata informata a dovere, al di là della nostra attività promozionale, su questa straordinaria opportunità culturale…ma tanto si sa, non tutte le ciambelle riescono col buco! 😉

In tutti i modi come diceva Carlo Urbani, abbiamo provato a fare dei nostri sogni qualche cosa di concreto per noi ma soprattutto per la nostra comunità territoriale che a questo punto speriamo possa adottare definitivamente l’Ankon d’oro premio Carlo Urbani.

Un contenitore di opportunità che fa leva sul valore di un tessuto territoriale, sull’importanza della testimonianza di vita del medico che ha salvato il mondo, della passione di chi ama il teatro, dell’amore di tutti coloro che lo sostengono e di quelli che considerano il rapporto fra le persone la chiave di volta per vivere meglio in un mondo migliore.

Pensavo a tutto questo quando sabato 2 agosto si stava concludendo il festival durante una bellissima serata, inserito all’interno della splendida cornice dell’anfiteatro romano…avete capito il motivo della mia faccia da ebete ora?

Guardavo il palco, il pubblico, la città, il cielo fitto di stelle ed ho capito che ce l’avevamo fatta, avevamo creato e condiviso con tanti proprio quello che avevamo in testa ossia  l’Ankon d’oro premio Carlo Urbani: la grande bellezza.